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Le tendenze di sostenibilità dei viaggi d’affari che definiranno il 2026

La sostenibilità continua a evolversi da aspirazione del settore a un’aspettativa pratica, misurabile e sempre più guidata dai viaggiatori. All’interno di ATPI, due persone sono in prima linea in questo cambiamento: Pippa Ganderton, Director di ATPI Halo, e Louisa Toure, Sustainability Officer di ATPI.

Mentre il 2025 volge al termine, ci siamo seduti con Pippa e Louisa per esplorare le forze di sostenibilità che plasmeranno i viaggi d’affari nel 2026 e oltre. Insieme, dipingono un quadro di ciò che sta per arrivare. Il panorama che descrivono è quello in cui i dati diventano più precisi, i viaggiatori si fanno sentire di più, i fornitori sono più trasparenti e il settore si avvicina a programmi di viaggio ed eventi veramente responsabili.

La rendicontazione delle emissioni di carbonio passa da importante a essenziale

Per entrambi i leader, il cambiamento più grande che ci attende ruota attorno all’accuratezza e all’accessibilità dei dati.

Pippa è inequivocabile: “Prevedo che questa sarà l’area di interesse principale per molte aziende. La sostenibilità rimane all’ordine del giorno indipendentemente dalla polarizzazione politica, e la domanda di una rendicontazione migliore e più granulare non potrà che aumentare.”

Si aspetta che le aziende spingano molto per capacità di budgeting del carbonio che aiutino i Travel Manager a tracciare e gestire le emissioni dipartimentali utilizzando dati robusti e verificabili. Le organizzazioni con sistemi di rendicontazione maturi passeranno dalla semplice misurazione alla mappatura attiva del loro percorso verso il Net Zero. Coloro che stanno appena iniziando tratteranno i dati accurati come il primo passo cruciale.

Louisa condivide questa frustrazione per le cifre “generiche” o eccessivamente semplificate, aggiungendo un punto di vista incentrato sul viaggiatore: “Quando ogni opzione di volo mostra la stessa stima generica delle emissioni, i viaggiatori perdono la capacità di confrontare accuratamente e scegliere il volo a minor impatto. I voli che sembrano identici possono differire significativamente in termini di efficienza del carburante, fattori di carico e pratiche operative.”

Per lei, il prossimo grande passo sarà dati sulle emissioni trasparenti e granulari disponibili al momento della prenotazione, che consentiranno ai viaggiatori di fare scelte informate e sostenibili.

Generazione Z: Ridefinire l’aspetto del viaggio responsabile

La Generazione Z continua a spingere le aziende più di qualsiasi generazione precedente.

Louisa sottolinea la loro capacità di distinguere il rumore del marketing: “La Generazione Z è molto più in sintonia con l’identificazione del greenwashing e delle vere iniziative sostenibili.”

Ma le loro aspettative vanno oltre le emissioni. Collegano il benessere alle prestazioni, e i viaggi d’affari non fanno eccezione. Dall’accesso a strutture fitness a posizioni alberghiere sicure e opzioni alimentari sane, la Generazione Z desidera viaggi d’affari che non compromettano la salute fisica o mentale.

Viaggiano anche in modo diverso. Pippa osserva: “Vogliono viaggiare, ma sono più consapevoli della sostenibilità. Sono più disposti a prendere il treno in Europa, e le politiche di viaggio potrebbero aver bisogno di adattamenti.”

Il loro desiderio di vivere le destinazioni più a fondo sta anche rimodellando la progettazione dei programmi: “Viaggiare come esperienza significa che il trasporto terrestre diventa più importante. C’è anche un desiderio di viaggi bleisure, e le politiche dovranno adattarsi.”

SAF: Da punto di discussione ad azione tangibile

Il carburante per l’aviazione sostenibile rimane uno degli strumenti più complessi ma promettenti del settore.

Pippa ritiene che il 2026 segnerà un passaggio dall’interesse all’adozione: “Sospetto che vedremo finalmente una maggiore adozione volontaria di SAF attraverso schemi Book & Claim. Le aziende saranno sotto pressione per mostrare strategie tangibili di riduzione della CO₂e.”

Ma si affretta a sottolineare che la credibilità diventerà il fattore determinante nella fiducia degli acquirenti: “La registrazione ISCC e i certificati di origine e qualità del prodotto saranno fondamentali, poiché le aziende si assicureranno di evitare accuse di greenwashing.”

Prevede anche punti di ingresso più accessibili per i nuovi arrivati, con opzioni SAF al punto vendita che faciliteranno la partecipazione: “Inizia in piccolo e scala,” consiglia. “Gli acquirenti dovrebbero cercare la guida di esperti per scegliere il prodotto e il piano giusti.”

Louisa approfondisce questo punto con un importante promemoria: anche gli acquisti di SAF su piccola scala contano. “Quando più acquirenti partecipano, anche con volumi inferiori, invia un segnale di domanda forte e vitale ai fornitori,” spiega. “Quella domanda collettiva è ciò che in ultima analisi guida l’aumento della produzione e della disponibilità in futuro.”

Fornitori sostenibili: visibilità, verifica e comparabilità

Sia Louisa che Pippa evidenziano la stessa sfida: le organizzazioni desiderano informazioni affidabili, ma la mancanza di standard a livello di settore rende difficile la coerenza. Questa è una sfida tanto per i fornitori quanto per gli acquirenti, con molti fornitori che lavorano sodo per dimostrare i loro progressi ma affrontano un panorama frammentato.

Louisa spiega chiaramente la frustrazione: “Esistono alcune valutazioni di sostenibilità riconosciute a livello internazionale, ma nel complesso è molto difficile confrontare i fornitori fianco a fianco con la varietà di metodologie e informazioni che forniscono.”

Si aspetta che la domanda cresca per metriche di sostenibilità semplici, comparabili e standardizzate: “Le persone hanno bisogno di indicatori diretti che superino il gergo tecnico e le metodologie scadenti.”

Louisa evidenzia anche la crescente frustrazione da parte dei fornitori, ai quali viene sempre più spesso chiesto di compilare numerosi questionari di due diligence sulla sostenibilità, tutti in formati diversi. Il tempo speso a fornire le stesse informazioni in innumerevoli varianti è inutile e controproducente, e lei vede una reale necessità di maggiore allineamento in tutto il settore.

Pippa concorda che la trasparenza dei fornitori diventerà un elemento essenziale per l’approvvigionamento: “Prove tangibili saranno richieste da più Travel Manager, specialmente quelli che partecipano a audit di divulgazione. I fornitori renderanno i loro obiettivi di sostenibilità più visibili perché stanno diventando parte dei criteri di acquisto.”

Semplicità: l’ultimo pezzo del puzzle della sostenibilità

Con l’aumento dei volumi di dati e delle aspettative, Louisa vede una necessità universale: la chiarezza: “Mi aspetto di vedere una spinta affinché le informazioni sulla sostenibilità siano più chiare, più concise e più facili da confrontare. Metriche semplici e standardizzate renderanno più facile comprendere e fare scelte responsabili informate.”

In altre parole, la sostenibilità nel 2026 non riguarda solo il fare la cosa giusta. Riguarda la capacità di spiegarla chiaramente, misurarla accuratamente e confrontarla con fiducia.

Un anno definito da aspettative e responsabilizzazione

Dal comportamento dei viaggiatori alla trasparenza dei fornitori, fino alla strategia aziendale sul carbonio, il 2026 si preannuncia come l’anno in cui la sostenibilità passerà dall’aspirazione all’azione. Su tutta la linea, Louisa e Pippa vedono lo stesso cambiamento: le persone vogliono chiarezza, credibilità e scelta e sono pronte a ritenere le organizzazioni responsabili di fornirle.